Altern-Attiva-Mente: le proposte di Alternanza Scuola-Lavoro in Piemonte e Valle d’Aosta

La presenza Salesiana a Torino e la collaborazione con le altre istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio della Città e della Regione fa risalire il suo inizio allo stesso don Bosco, oltre 150 anni fa. I Salesiani hanno fatto della loro presenza sul territorio piemontese un punto indiscusso del loro programma di lavoro, adattandosi in questo modo ai cambiamenti dell’assetto regionale ma allo stesso tempo mantenendo fede ai propri obiettivi e alla propria vocazione.

In questo momento, sono presenti nel territorio piemontese trentacinque comunità salesiane, corresponsabili, insieme a circa 1000 laici in vario modo legati da lavoro dipendente alle case salesiane, di numerose attività educative e pastorali.

Le attività che i centri Salesiani possono mettere a disposizione degli Istituti Scolastici, quindi, sono:
• varie, perché diverse sono le tipologie di intervento, i contesti educativi, le modalità di svolgimento;
• professionalizzanti, perché gli studenti in alternanza vengono affiancati a professionisti che a vario titolo operano nelle realtà salesiane;
• diffuse, perché radicate da anni su tutto il territorio di Torino e della Regione Piemonte.

Così, le comunità salesiane hanno attivato i percorsi di alternanza scuola-lavoro presso le strutture disseminate sul territorio, consentendo  agli studenti di sviluppare non solo competenze strettamente professionali, ma anche e soprattutto competenze trasversali (le cosiddette soft skills), indispensabili per una crescita umana completa e certamente spendibili in una futura attività lavorativa. Le possibilità che i ragazzi possono trovare presso gli enti salesiani soddisfano qualsiasi tipologia di scuola, dai licei agli istituti tecnici, sviluppando le singole competenze che sono proprie degli obiettivi del percorso scolastico.

Inoltre, durante il percorso di alternanza, lo studente verrà costantemente affiancato da un tutor qualificato, formato in modo particolare per l’accompagnamento verso il futuro professionale del ragazzo.

I percorsi si rivolgono a tutti gli studenti che desiderano mettersi in gioco in un percorso di alternanza vero, che li porti a contatto con il tradizionale e quotidiano impegno sociale ed educativo.

Le attività delle nostre sedi sono diffuse su tutto il territorio della città di Torino, del Piemonte e della Valle d’Aosta, con una notevole varietà di esperienze e differenti modalità di impegno.

Nella brochure, qui di seguito, si possono consultare le specifiche dei progetti, buona lettura!

Don Giampaolo Del Santo: un sigillo d’oro per l’entusiasmante opera collettiva tesa alla formazione professionale

Domenica 10 dicembre alle ore 9.30, si svolge ad Alba presso la Chiesa di San Domenico, Via Teobaldo Calissano, la 65^ edizione della premiazione Fedeltà al Lavoro e Progresso Economico 2017: l’annuale manifestazione con cui Camera di Commercio di Cuneo, a nome di tutte le forze produttive della provincia, conferisce un pubblico tributo ai lavoratori ed agli imprenditori che hanno testimoniato la propria dedizione con almeno trentacinque anni di lavoro o presso una stessa azienda o a capo di un’attività da loro stessi gestita.

In tale occasione verranno inoltre consegnati i premi “Sigilli d’Oro” a persone che si siano particolarmente distinte nel campo economico e sociale, o comunque siano ritenute meritevoli per aver dimostrato particolare capacità e competenza nei settori in cui svolgono la propria attività, e il premio speciale “Cuneese nel mondo” ad una personalità di origine cuneese che con la propria attività abbia contribuito a far conoscere e a dare risalto al nome della provincia di Cuneo nel mondo.

Saranno consegnati complessivamente 154 diplomi e medaglie e 6 persone saranno premiate con il “Sigillo d’oro”, perchè si sono particolarmente distinte nel campo economico e sociale o che hanno dimostrato particolare capacità ed impegno nel settore in cui svolgono la loro attività, e sono:

– Armando BIANCO – Cooperazione
– Ornella BRACCO – Industria
Giampaolo DEL SANTO – Formazione
– Sebastiano DUTTO – Artigianato
– Michele QUAGLIA – Agricoltura
– Sandro RULFI – Commercio

Don Giampaolo Del Santo, salesiano dell’Ispettoria del Piemonte e della Valle d’Aosta, ha diretto per 30 anni il centro professionale di Fossano, per poi prestare la sua esperienza a Vercelli e a Bra, dove ha operato per quattro anni alla direzione del CNOS-FAP dell’Istituto Salesiano e poi ora è tornato nella Casa di Fossano, di cui è stato direttore dell’Opera, per svolgere attività pastorali. Del Santo, da sempre riconosciuto per il suo grande impegno nel concretizzare sempre di più il legame tra formazione e lavoro, afferma: “Ho iniziato questo cammino, in obbedienza ai miei superiori, con la tradizionale gavetta: sono stato costantemente sostenuto dagli insegnanti e dai confratelli per favorire la crescita del territorio cuneese e non solo. Abbiamo sempre cercato di creare e consolidare una rete affiatata di artigiani, commercianti, Camera di Commercio di Cuneo, Unione Industriale e molti benefattori” con l’obiettivo di donare agli studenti dei Centri di Formazione Professionale una formazione professionale edificante per il loro futuro.

In relazione al premio del quale verrà insignito, ci tiene a sottolineare che “non è certamente opera mia quello che si è fatto, bensì un’entusiasmante opera collettiva fatta di storie, esperienze e persone“.

Congratulazioni, Don Giampaolo!

 

 

Da Vercelli a Cambridge con il progetto Erasmus

Si pubblica, a seguire, il racconto, a cura di Maria Bissacco del Cnos-Fap di Vercelli, dell’esperienza di alcuni giovani studenti al centro di un programma formativo in Inghilterra, presso il prestigioso polo culturale di Cambridge.

PROGETTO ERASMUS
Cambridge 14-20 gennaio 2018

Su invito del Regional College of Cambridge, il Centro CNOSFAP di Vercelli ha avuto la preziosa opportunità di partecipare ad un programma di scambio culturale e formativo internazionale denominato “Progetto di mobilità” che si è tenuto nel mese in corso a Cambridge, e che ha interessato alcuni allievi e insegnanti del nostro centro.
Gli studenti hanno potuto confrontarsi con le realtà e le tecniche di insegnamento anglosassone, oltre a prendere maggiore dimestichezza con le terminologie in lingua inglese; i docenti sono stati a loro volta coinvolti in unse interessante percorso di formazione proposto dall’Università TAMK di Tampere, Finlandia, con l’obiettivo di analizzare nuovi strumenti e idonee attività per studenti che necessitano di speciali supporti.
All’interno del progetto Erasmus Plus CSTEPS, due nostri allievi del quarto anno, iscritti al corso professionale “Tecnico riparatore di veicoli a motore”, grazie alle iniziative proposte dal centro sono stati coinvolti in attività di gruppo “brainstorming”, ossia condivisione di esperienze personali ed esercizi specifici volti a sviluppare sia la fantasia applicata alla pratica che l’utilizzo e la confidenza con la lingua inglese.

Il gruppo degli allievi partecipanti, composto da giovani provenienti da Italia, Repubblica Ceca e Finlandia accompagnati dai relativi insegnanti formatori, è stato accolto con grande affetto e spirito di collaborazione fondati su valori comuni quali rispetto reciproco, resilienza e generosità.

Particolare risalto è stato dedicato alle caratteristiche peculiari delle attrezzature del centro, con specifica attenzione alle officine meccaniche, alla falegnameria e infine ai saloni di bellezza e alle cucine.
Degno di nota è stato il riscontro positivo da parte dei partecipanti in merito ad alcune tematiche quali il confronto propositivo, l’apprendimento reciproco, e la conseguente maggiore versatilità rispetto al mondo del lavoro.
A cornice di questa fantastica esperienza ricordiamo i felici momenti di svago e divertimento vissuti nell’approccio alla cultura britannica in un clima amichevole e familiare.

Vercelli: i festeggiamenti per il Giubileo sacerdotale di Don Pietro Urbinis

Domenica 8 Aprile 2018, le comunità parrocchiali del Belvedere di Vercelli e di Caresanablot festeggiano il Giubileo sacerdotale di Don Pietro Urbinis con la sua vita vissuta alla congregazione salesiana vercellese. Si riportano le parole dell’articolo apparso su VercelliOggi.it, il quotidiano online della provincia di Vercelli, che ha condiviso inoltre il video della sua omelia integrale.

– IL DONO DI UNA VOCAZIONE, 50 ANNI DOPO –

Giubileo sacerdotale di Don Pietro Urbinis

Ci son feste grandi e meno grandi: non sempre però il parametro che consacra le une alla ribalta e relega le altre sullo sfondo è l’adesione delle masse. Perché vi è una grandezza che affiora, per essere condivisa anche come espressione di una comunità, e che ha ragione dei numeri. Si radica – come il granellino di senape capace di una straordinaria potenza germinativa – nel substrato profondo dei sentimenti e, più ancora, nello spirito: di un luogo, di un gruppo, nel tempo, senza essere “del” tempo.

Così questa, per il popolo di Dio che è in Vercelli, è stata un festa grande perché ha voluto prima di tutto accettare il Mistero, riconoscere il miracolo. Il miracolo di una e di ogni vocazione. La risposta alla chiamata di Dio. Secondo il carisma e nel solco salesiano.
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Chiunque vada a Colle don Bosco resta meravigliato nel vedere l’imponenza persino maestosa delle strutture, delle opere.
Si pensa alle migliaia (nelle Congregazioni maschile e femminile, oltre 20 mila) di Consacrati e Consacrate.
Nel mondo le case salesiane sono anch’esse migliaia, i centri di formazione professionale non sono meno importanti, così come le comunità parrocchiali affidate ai Salesiani e gli istituti educativi retti dalle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice.
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Questo numero importante di uomini e donne, la consistenza delle opere, l’eco della presenza salesiana nei cinque Continenti, che si dilata in risonanze capaci di essere udite e rilanciate anche dopo 170 anni, origina in un punto ben preciso ed a suo modo minuscolo. Origina nel cuore di un bambino di 9 anni che una notte sogna.
E da quel sogno non separerà mai il proprio destino, rispondendo, più tardi, “sì” alla chiamata di Dio.
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Uomini, donne, consacrati, consacrati, opere, parrocchie, oratori, centri di formazione professionale, tutto ha origine da una sola parola, fatta di una sola sillaba, fatta di due sole lettere, sillaba che risuona nel cuore di un bambino nella piccola casa di contadini poveri, abbarbicata a questa collina astigiana.
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La festa che le comunità parrocchiali del Belvedere di Vercelli e di Caresanablot oggi hanno organizzato per i 50 anni di sacerdozio di Don Pietro Urbinis, è una festa che rende grazie a Dio per il dono grande e prezioso di ogni vocazione alla vita consacrata.
Oggi dunque è un giorno speciale qui al Belvedere: si festeggia un grande sacerdote  (la sua omelia integrale nel video che offriamo come modesto nostro contributo a questo momento) Che ci parla anche della sua collaborazione con i confratelli inglesi, portando così con semplicità uno scampolo di vita cristiana come si vive oltre le bianche Scogliere di Dover.
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Per dire il grazie di tutta la comunità civile a questo bell’esempio di vita vissuta come dono ed anche a tutto il bene che fa la congregazione salesiana a Vercelli, sono arrivati qui al Belvedere il Sindaco Maura Forte e l’ Assessore Graziella Ranghino, salutate con cordialità da Don Guido, perfetto “maestro delle cerimonie”.
Grazie, Don Pietro, per questo regalo che dura da 50 anni.
Se è permesso, un grazie ed anche un plauso alla Corale: tutti bravi e molto indovinata la scelta dei canti che hanno animato la Liturgia.

Omelia integrale di Don Pietro Urbinis

(Articolo tratto da VercelliOggi.it)

“Con gli occhi di don Bosco” l’Arcivescovo di Vercelli incontra i giovani del Cnos-Fap

La scorsa settimana Mons. Marco Arnolfoarcivescovo di Vercelli, ha incontrato i ragazzi del Centro di Formazione Professionale vercellese, condividendo con loro un profondo dialogo, ben raccontato qui di seguito da Massimo De Donatis, formatore ed educatore del Cnos-Fap:

L’ARCIVESCOVO DON MARCO INCONTRA I GIOVANI DEL CNOS FAP

 

Inserita nella visita pastorale della Parrocchia salesiana S. Cuore di Vercellivenerdì 4 maggio 2018 il nostro Arcivescovo ha voluto incontrare anche i giovani della scuola professionale Cnos-Fap. Un incontro molto informale dove ha parlato a braccio con i ragazzi in un clima molto familiare. Ha voluto ascoltarli su quelli che sono i loro sogni e le loro speranze per il futuro. I giovani hanno risposto a fatica, disorientati dall’incertezza del domani e da un po’ di timore. Hanno parlato della speranza di trovare un lavoro che gli permetta di mantenersi, qualcuno ha accennato al farsi una famiglia.

Il Vescovo ha parlato della sua famiglia, tanti fratelli, poche cose ma ci si voleva bene; ha raccontato della sua gioventù, desideri e sogni; delle esperienze fatte in missione in mezzo ai poveri. Ha raccontato di due bimbi che ha incontrato mentre lui mangiava un panino con la coca che lo guardavano e l’hanno mandato in crisi, tanto che lo ha offerto loro che se lo sono divorato. E infine ha raccontato come è nata e cresciuta la sua ricerca di Gesù che lo ha portato al sacerdozio partendo però dalle cose semplici ma importanti della sua giovinezza. Prendendo spunto dalla frase: “Con gli occhi di don Bosco” ha dialogato con i ragazzi su cosa volesse dire la frase e su come don Bosco vedeva i suoi ragazzi, come l’esperienza del carcere l’ha portato a lavorare preventivamente per salvare le anime dei suoi ragazzi. Così ha invitato i ragazzi ad allenarsi ad amare, ad usare bene il loro sguardo, a puntarlo sulle cose importanti della vita.

Se in me non c’è il desiderio di far felice qualcuno c’è qualcosa che non va, la più grande disgrazia che ti può capitare nella vita è di non fare felice nessuno. Se un domani vorrete fare una famiglia, bisogna allenarsi ad amare, ad andare d’accordo in due persone, devo domandarmi cosa faccio io per fare felice l’altra persona a cui voglio bene“. Ed è ritornato sullo sguardo allargandolo sugli altri “dipende da come io guardo gli altri, da con che occhi li guardo. Se non arrivo al cuore della persona che vorrò amare e non creo una relazione profonda sono destinato alla tristezza“.

E ha concluso con alcune domande. “Cosa potrà fare felice gli altri e me stesso? Quando c’è vero amore? Quando ci si ama nel modo giusto? Bisogna imparare e allenarsi ad amare. Io amo veramente quando voglio la felicità dell’altra persona. Che i vostri occhi diventino come quelli di don bosco, ma lasciatevi anche guardare da Dio!“. I ragazzi hanno accolto positivamente la disponibilità al dialogo del Vescovo ma soprattutto la confidenza con cui si è raccontato aprendo a loro il suo cuore.